© intervista e foto di Luigi Frassinelli
VINCENZO IANNELLA
Classe: 1949
Segno zodiacale: acquario
Gusto preferito: cioccolato
Hobby: lettura
Come ha iniziato?
«Nel 1967, all’età di 18 anni, avevo necessità di trovare un lavoro e così lasciai tutti i miei affetti e mi trasferii da Feltre in Germania nella città di Ulm.
Ho un ricordo positivo di quel primo lavoro in una gelateria gestita da cadorini. Anche se ero lontano da casa, non mi pesava; il lavoro mi piaceva ed ero ben trattato dai gestori. Dopo tre anni rientrai in Italia, feci un’esperienza di tre anni in una ditta di Belluno che si occupava di distribuzione all’ingrosso. Poi mi proposero di ritornare in Germania sempre a Ulm in un’altra gelateria dove rimasi per un anno. Dopo questa esperienza andai a lavorare in una fabbrica. Nel 1984 conobbi Patrizia, che in seguito diventò mia moglie, anche lei era dipendente in una gelateria. Ritornai al mio primo mestiere in laboratorio come adetto alla produzione del gelato e insieme a Patrizia che si occupava dei tavoli e della preparazione delle coppe fummo assunti in una gelateria. Nel 1991 di comune accordo decidemmo di rilevare l’Eiscafe Rizzardini a Mülheim an der Ruhr.»
Cosa vuol dire essere gelatiere e produrre un gelato artigianale?
«L’utilizzo di materie prime come latte fresco e panna è fondamentale per ottenere il vero gelato artigianale italiano. Selezioniamo direttamente dei piccoli produttori di paste grasse, come nocciola e pistacchio per garantirci una qualità nel prodotto finito da vendere al consumatore il quale da anni apprezza la nostra filosofia.»
Quanti gusti producete?
«Dipende dal periodo, in alta stagione arriviamo a oltre trenta gusti. Quotidianamente, oltre ai tradizionali, il nostro laboratorio propone sempre gusti innovativi che la clientela ricerca ed apprezza. Se dovessi stilare una classifica per gradimento della clientela al primo posto metterei la vaniglia e al secondo posto i gusti novità. Mi ricordo anni fa che avevamo proposto il gusto “spinaci-kiwi” destò talmente tanto interesse che venne a farci visita una troupe televisiva e ancora oggi ce lo chiedono.»
Parliamo di coppe gelato…
«La nostra gelateria lavora per 80% con l’asporto e riproponiamo le coppe che facciamo per il consumo all’interno anche da consumare comodamente a casa. Molto apprezzate dalla clientela le coppe spaghetti, in tutte le variabili e quelle decorate con frutta fresca di stagione.»
Che tipo di clientela frequenta la vostra gelateria?
«Variegata, dal bambino che inizia a mangiare il primo gelato, al nonno accompagnato dal nipotino.»
Quanti posti avete?
«La nostra è una piccola gelateria, una trentina di posti a sedere.»
Proponete altri prodotti oltre al gelato?
«I waffel caldi, una ampia gamma di semifreddi e su ordinazione le torte gelato per ogni evento. Sono già alcuni anni che proponiamo i semifreddi e hanno riscontrato un apprezzamento dalla clientela fin da subito.»
È un lavoro duro?
«È un lavoro di sacrificio a discapito della famiglia. Tante ore di lavoro che ti tolgono il tempo che dovresti passare con la tua famiglia, i tuoi figli.»
Il lavoro è cambiato negli anni?
«Non solo il lavoro è cambiato ma anche le esigenze dei clienti sono cambiate. Quando ho iniziato questo lavoro non c’erano tutti i gusti di gelato che abbiamo oggi esposti in vetrina; le coppe non erano decorate con la frutta fresca, aprivi una latta di macedonia e il gioco era fatto, non c’erano regolamenti che trattavano le intolleranze alimentari…Lavoravi da marzo a settembre oggi come minimo devi fare nove/dieci mesi. Anche se con l’evento di nuovi macchinari il lavoro si è semplificato, il tempo che devi dedicare alla gestione della gelateria è sempre molto; inizi al mattino e finisci in tarda serata, anche perchè oggigiorno i costi di gestione e le tasse ti obbligano a fare delle scelte in virtù di tagliare le spese, dover rinunciare ad altro personale, che sarebbe necessario, ma che finanziariamente non ti puoi permettere…»
Rifarebbe questa scelta di vita?
«La rifarei, ma impostandola in modo diverso. È un lavoro che ti dà delle soddisfazioni se lo fai con passione, ma che ti può assorbire totalmente facendoti rinunciare agli affetti famigliari. Non vorrei più rinunciare a del tempo da trascorrere con mia moglie e i miei figli. Questo sarebbe imprescendibile per qualsiasi scelta lavorativa.
Buon gelato a tutti…»
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