È mia abitudine, e non so se sia anche una buona abitudine, a chiusura di qualsiasi fiera ascoltare le impressioni a freddo su com’è andata…Lo faccio da sempre.
È come chiedere a un gelatiere com’è andata la stagione: c’è chi ti risponde “benissimo”, chi “meglio l’anno scorso”, chi “un disastro” e questo è ciclico, si ripete ad ogni stagione. L’obiettività forse non esiste.
La MIG, questa ormai non più giovane signora delle esposizioni, è giunta ad una veneranda età di 60 anni e meriterebbe rispetto e stima anche solo per il primario risultato che ha raggiunto.
Gli anziani sono una ricchezza di esperienza e saggezza da comprendere e da ricordare; ma questo spesso non accade.
Si sa, anche il mestiere di organizzare fiere non è facile, non è immune alla concorrenza, non si può sottrarre al cambiamento dettato dai tempi moderni.
Parliamoci chiaro, Longarone non è proprio dietro l’angolo, non è così comodamente raggiungibile, non è che spicca per accoglienza pre e post-fiera.
La MIG, diversamente da altre fiere di settore, già da alcuni anni soffre; il declino sembra inesorabile, ma la tenuta è vissuta con caparbietà.
Che dire di questa edizione: il calo c’è stato, è evidente, si è visto.
Ma è più importante la quantità o la qualità?
Sicuramente dal punto di vista dell’espositore la qualità del pubblico, colui che è veramente interessato, che si accinge a valutare e poi ad acquistare, è quella che predilige e gli dà soddisfazione. Anche perché non dimentichiamocelo, l’espositore è un’azienda che vuole fare business, che investe se ha un ritorno. I visitatori domenicali, con il seguito di carrozzine con bimbo asfissiato, se potesse li farebbe scomparire nei girone dei dannati senza via di fuga.
Ma servono anche questi per alzare le presenze totali.
Facciamola breve, meglio pochi ma buoni visitatori intenzionati, che una ciurma di navigatori a vista senza arte né parte, pronti a massacrarti i piedi pur di accedere a qualsiasi padiglione e poter gridare in qualche social “io c’ero”.
Ci sono appellativi che servono per riempire la bocca, internazionalizzazione, è uno di questi, in realtà è la vera natura di questa fiera?
Può essere utile un’intesa commerciale con il Marocco o la visita di una delegazione di orientali?
O sarebbe più opportuno concentrarsi coinvolgendo i potenziali visitatori gelatieri con le loro attività site nel nord Italia, Germania, Olanda e Austria?
Curare un brutta malattia fin dall’inizio della sua comparsa è necessario, e la puoi sconfiggere; diverso è se te ne accorgi che si è diffusa in tutto il corpo e lo stadio è avanzato; allora diventa quasi impossibile avere la meglio.
Il fattore tempo è fondamentale.
0 Commenti
Lascia il primo commento..