Il punto di Luigi Frassinelli

Ci sono uomini che quando vengono a mancare, creano un vuoto incolmabile.
Giorgio Coletti è uno di questi.
Ci ha lasciato in punta di piedi, come faceva sempre nella vita, senza clamore.
Un uomo non di parole, ma di fatti.
E di cose ne aveva fatte molte nella sua lunga carriera di imprenditore dell’arredamento e del freddo.
Partito dal nulla, sporcandosi le mani, mi raccontava in un’intervista del 2014 di quando da giovanissimo con la sua moto carica di bombole e di ferri del mestiere sfidava la montagna per arrivare a Cortina d’Ampezzo per aggiustare le vetrine frigorifere, a volte con ricambi di fortuna fatti sul posto. Che tempi…
Quanti ricordi con le prime gelaterie e i banchi a salamoia.
Un veneto doc, tutto d’un pezzo, che alla veneranda età di 82 anni, restava ancora in azienda fino a tarda sera a controllare che tutto processe nel migliore dei modi.
In sessanta anni di attività tantissimi arredamenti realizzati per gelaterie in tutta Europa e non solo.
L’umiltà: il suo marchio di fabbrica; per cui non si definiva un industriale ma un frigorista.
Non ha mai dimenticato le sue origini, contribuendo alle iniziative sociali e culturali del Paese dove viveva.

Provo un grande rispetto e ammirazione per quest’uomo e lo saluto semplicemente come avrebbe voluto…
Ciao Giorgio