coppetta gelatoDi gusti ne inventa ogni giorno, ma il suo gelato ne ha soltanto due: tradizione e innovazione. Con una spruzzata di solidarietà. Carlo Viti, gelatiere artigianale di Arezzo, è in grado di produrre 38 tipi diversi di gelato al cioccolato a settimana. E altrettanti, nello stesso tempo, di creme. Poi si guarda intorno, o meglio nell’orto, e dopo i gelati ai carciofi e ai fagioli, si prepara a lanciare quello ai baccelli. E l’innovazione non finisce, ma inizia qui.

«I gusti ruotano, creano curiosità e interesse – commenta Viti – anche se, alla fine, gli appassionati del gelato tornano sempre ai gusti della tradizione. L’ho scoperto sin dall’inizio, quando a 25 anni aprii un bar di paese: capii subito che dovevo diversificarmi e puntai sul gelato. Fu subito passione e il bar cambiò l’insegna in gelateria artigianale.»

Da allora tanti corsi e concorsi: nel ‘96 miglior gelato toscano al gusto fragola, 5° posto a livello italiano con pesca e caffè. E poi due anni ospite a Roma alla festa della Gendarmeria Vaticana, «Un’esperienza entusiasmante vissuta con grande coinvolgimento – ricorda –. Oggi mi sono spostato in città, ad Arezzo, e sono orgoglioso di essere uno dei 18 ambasciatori del gelato italiano. Il mio sogno? Crescere in esperienza, relazioni, attività e sperimentazione, senza mai rinunciare alla solidarietà.»

Il 25 maggio Carlo Viti è andato ad Amatrice con l’Associazione gelatieri italiani per offrire il gelato alla popolazione terremotata ma, soprattutto, per consentire la ripresa di un’attività del paese distrutta dal sisma.