Il punto Luigi Frassinelli

Nel 2016 le aziende del comparto hanno avuto problemi nel reperire 4.000 tra cuochi, camerieri e baristi, in parte per la carenza di candidati (31,5%), ma soprattutto per inadeguate competenze professionali (68,5%).

È quanto emerge secondo le ultime stime della Federazione Italiana Pubblici Esercizi.
I processi virtuosi di alternanza scuola/lavoro nella ristorazione sono “motori” per l’avvio di nuove attività imprenditoriali da parte dei più giovani: nel solo 2016 sono state avviate 15.602 imprese con un tasso di natalità del 4,8%.

Il lavoro come valore, è questo il segreto per alimentare il tessuto imprenditoriale italiano.
Un tessuto che nel caso dei pubblici esercizi si rivela particolarmente giovane e alimentato dall’alternanza scuola/lavoro che in questo settore costituisce un valido modello da replicare.

In bar e ristoranti i giovani svolgono un importante ruolo come lavoratori e come imprenditori: il 53,2% dei dipendenti nei pubblici esercizi ha meno di 30 anni. Si tratta di 309mila lavoratori, per il 49,2% di sesso femminile e per il 50,8% maschile.
Il settore si rivela particolarmente attrattivo anche dal punto di vista imprenditoriale, con particolare riferimento ai giovani.

Un quadro da cui emerge un ulteriore dato significativo che testimonia l’importanza della formazione professionale appresa sul campo attraverso una sempre migliore alternanza scuola/lavoro: secondo l’Ufficio Studi di Fipe emerge per il settore dei pubblici esercizi la difficoltà nella ricerca di personale qualificato, la quale richiede un maggiore scambio tra mondo del lavoro e scuole.