L’attività di gelateria una tradizione di famiglia?
«La nostra è una famiglia di gelatieri, mio padre accompagnava suo padre con il carrettino sul lago di Braies a vendere gelati.  Dopo la seconda guerra mondiale mio padre lasciò Valle di Cadore per trasferirsi in Germania ad aiutare suo fratello in una gelateria a Göttingen e in seguito continuò la sua esperienza da dipendente a Brema.
Nel 1951 assieme al marito della sorella aprirono una gelateria a Mainz, in seguito
lo zio si spostò a Ludwigshafen am Rhein e mio padre continuò da solo l’attività.»

Quanti gusti avete in esposizione e cosa predilige il consumatore tedesco?
«In stagione circa 40 tra creme e alla frutta, i tradizionali come vaniglia, nocciola, cioccolato, fragola, limone e lampone sono ai primi posti nella hit-parade dei gusti.
Per quanto riguarda le coppe abbiamo delle creazioni semplici senza tanti fronzoli con frutta fresca o frutta secca tutte apprezzate dalla clientela in ugual misura e che possono essere scelte dal nostro menù fotografico. La mole di lavoro ci obbliga a questa scelta di semplicità sugellata dalla bontà del prodotto, per garantire un servizio veloce ai tavoli.»

Quanti posti avete in gelateria?
«Nel nostro Eiscafe Dolomiti ci sono 100 posti a sedere esternamente e altri 80 internamente.
L’ottima posizione della gelateria situata in centro con zona pedonale, vicino al Teatro dell’Opera, garantisce una notevole affluenza di pubblico e in piena stagione servire tutti i tavoli è una bella sfida.»

Com’è cambiato il lavoro dagli inizi ad oggi?
«Oggi ci sono più difficoltà di una volta nel fidelizzare il cliente, agli inizi c’erano pochi locali e di conseguenza meno offerta e concorrenza. Oggi tra catene in franchising e locali di ogni tipo si può trovare chi vende caffè, gelato ecc…magari non di qualità, in ogni angolo…
La clientela è diventata sempre più esigente, le mode alimentari hanno il sopravvento, le intolleranze la fanno da padrona.»
Come contrastare il fenomeno ?
«La qualità è vincente, utilizzando pregiate materie prime, ampliando e innovando l’offerta dei prodotti, garantendo un buon servizio questo è il segreto per andare aventi con successo.
La classica gelateria che vende esclu-sivamente gelato non è più sufficiente, bisogna aggiungere delle proposte alternative come dolci o snack per conquistare la clientela nei momenti diversi della giornata o in periodi di brutto tempo, il nemico per eccellenza del gelato.»

Questa professione le piace?
«Dal 1976 respiro “aria di gelateria artigianale”. Avevo 16 anni quando incominciai in questo mondo, prima con mio padre, poi con mio marito abbiamo continuato a gestire la gelateria di famiglia, facendo tesoro degli insegnamenti del fondatore. Purtroppo mio marito è venuto a mancare ed ho continuato a portare avanti da sola la tradizione di famiglia.
Mi piace tantissimo questo lavoro e non lo cambierei con nessun altro; stare in gelateria, preparare le coppe, il contatto con i clienti non saprei farne a meno.»

Un lavoro impegnativo…
«Se vuoi intraprendere questa professione, devi mettere in conto il sacrificio che dovrai affrontare. Ti impegna tantissimo, molte ore al giorno trascorse in piedi, molti impegni cui far fronte, la gestione del personale, i fornitori, i clienti da soddisfare, solo se animato da una grande passione puoi riuscire e avere successo. Una scelta che non rimpiango, rifarei tutto, Io amo questo lavoro, che dire di più…»

© Foto Luigi Frassinelli