Classe: 1963
Segno zodiacale: sagittario
Gusti di gelato preferiti: nocciola,
cioccolato fondente, maracuja e mango
Hobby: girare il mondo per vedere nuove gelaterie
Ci racconta come ha iniziato?
«Nel 1984, a 20anni dopo gli studi e il servizio militare, volevo fare un’esperienza all’estero. La mia città di origine è Conegliano, patria dei gelatieri, quindi è stato facilissimo trovare una gelateria che cercasse del personale e quasi per gioco sono partito per il nord della Germania. La mia esperienza è stata a 360° all’interno della gelateria; dal laboratorio al servizio in sala, nel frattempo ho frequentato per tre anni un corso curato dall’Uniteis che mi è stato di grande aiuto per la mia formazione.Dopo cinque anni decisi di mettermi in proprio aprendo la mia prima gelateria a Dannenberg nel Mare del Nord…»
Il passaggio al mondo commerciale delle macchine del gelato com’è avvenuto?
«Nel 1992 il mondo della gelateria mi aveva stancato, avevo voglia di mettermi in gioco con una nuova sfida imprenditoriale.
Mi venne offerta l’opportunità di lavorare per dei grossisti di attrezzature e prodotti per la gelateria e così iniziai la mia esperienza commerciale.
Nel 1995 partecipai con un gruppo di gelatieri operanti in Germania a una riunione con il dott. Gino Cocchi di Carpigiani gruppo Ali. L’azienda aveva l’obiettivo di lanciare nel mercato tedesco una nuova macchina combinata con il marchio Coldelite.
Rimasi ben impressionato dalla presentazione e dalle caratteristiche del mantecatore, decisi da subito di accettare questa sfida commerciale.
In quella prima stagione di attività riuscii a vendere 20 macchine, l’anno seguente altre 40 e l’anno successivo realizzai un fatturato con oltre 90 mantecatori installati in laboratori di gelateria.
In 2 anni diventammo leader delle macchine per il gelato in Germania. Fu così che venne premiata la mia intraprendenza e tenacia, e grazie al Dott. Andrea Trombini entrai a far parte del gruppo Ali in qualità di responsabile commerciale per il mercato tedesco del marchio Coldelite.
Ad oggi siamo il secondo marchio dopo Carpigiani a livello di fatturato; abbiamo raggiunto un notevole successo con oltre 1.500 macchine combinate inserite all’interno dei laboratori di gelateria in Germania.»
La crisi si fa sentire?
«Anche nei periodi di crisi manteniamo sempre un buon livello di vendite; anche quest’anno chiudiamo con oltre un 20% di fatturato in più.
Rappresento un’azienda che risponde alla crisi e alla concorrenza investendo in ricerca e sviluppo. I nostri modelli vengono scelti da una clientela esigente che giudica positivimante i nostri aggiornamenti tecnologici all’avanguardia.»
Le piace il suo lavoro?
«Mi piace fare il venditore, lo faccio con passione, mi identifica, mi gratifica, che altro potrei volere?»
Qual è il segreto del suo successo?
«Nessun segreto, io non sono solo un responsabile area manager nei confronti dell’azienda, sono anche un cliente gelatiere. Ho l’esperienza dell’artigiano che ha dovuto produrre gelato anche per 10 ore per più giorni consecutivi, quindi conosco le necessità e le problematiche che si possono presentare in questa attività magari al sabato o la domenica con la coda di clienti fuori del negozio.
Le criticità devono essere risolte in tempi brevi; quando installo una macchina il mio lavoro non si esaurisce con la vendita, ma continua con una pronta assistenza. Ecco perchè il sabato e la domenica sono sempre reperibile al telefono: e questo fa la differenza.»
Cosa vuol dire produrre un gelato artigianale?
«Inanzitutto il vero gelato è quello artigianale, prodotto sempre fresco di giornata.
Chi lo produce lo deve fare con passione, deve credere nella professione che sta svolgendo, si deve alzare di primo mattino e stare in laboratorio a produrre gelato artigianale di qualità. Il prodotto deve essere venduto a un prezzo adeguato alla qualità che offriamo al cliente. Solo così otterremo dei risultati in termini di business.
Il gelatiere deve imparare a comunicare, deve trasmettere al consumatore la filosofia di artigianalità e far vedere quello che si fa con le proprie mani.
Un laboratorio a vista sarebbe una soluzione ideale, un luogo dove riusciamo a far capire che utilizziamo materie prime di qualità a km 0, come latte, panna, dove vengono bandite le polverine, i grassi vegetali, l’olio di palma ecc…»
Attualmente com’è la qualità del gelato in Germania?
«Dal mio osservatorio, che consta di 4.000 proprietari di gelaterie, posso asserire che il mercato si divide tra delle realtà che puntano alla qualità, che vengono ripagate per il loro impegno e altre che stanno peggiorando la tradizione del vero gelato all’italiana. Questo è causato dal fattore tempo, dal voler produrre in rapidità a volte con personale non istruito, poco professionale e che opera in un laboratorio con attrezzature obsolete.»
Dove sta andando il mercato del gelato artigianale?
«Risulterò spietato, ma è il mercato che sta selezionando. O il gelatiere capirà per tempo di fare il salto di qualità o sarà costretto a chiudere. “Artigianalità” vuol dire anche investire nel proprio lavoro, e questo le nuove generazioni lo hanno capito.
E’ impensabile guadagnare come una volta dall’attività di gelateria, ma rimane comunque un’attività redditizia se viene svolta professionalmente.»
Il nascere delle catene in francising è un problema per l’artigiano?
«Secondo me non sono un pericolo. Avere delle macchine che producono un gelato sempre fresco, fatto con materie prime di qualità è la vera risposta per il successo della gelateria artigianale e questo il cliente finale lo apprezza.»
Quali consigli per un giovane che volesse intraprendere l’attività di gelatiere?
«Inanzitutto si deve costruire una solida formazione di base, non basta un corso di una settimana per diventare dei bravi gelatieri. Dovrebbe aggiungere l’esperienza lavorativa da dipendente in un locale che abbia le caratteristiche di professionalità e capacità imprenditoriale.»
Lavorando da tempo in Germania si sente ancora italiano?
«Certamente, anche se amo il mio Paese, invidio della Germania la poca burocrazia, che noi italiani dovremmo copiare.
Non intraprenderò mai un’attività imprenditoriale in Italia e lo sconsiglio vivamente a chi ha avuto delle attività in Germania.»
Se potesse riavvolgere il nastro della sua vita, rifarebbe le stesse scelte?
«Sì, mi ritengo fortunato e soddisfatto per quello che sono riuscito a realizzare.»
Novità per il futuro?
«Il prossimo anno mi attende una nuova sfida, il rilancio del marchio storico Cattabriga, che io raccolgo. Cercherò di bissare il successo raggiunto con il marchio Coldelite. Verrà proposta al mercato una vasta gamma di modelli di tutte le macchine per la produzione di gelato e di pastorizzatori.
Manterremo la “linea verticale” in aggiunta ad una “linea orizzontale” con una nuova tecnologia tutta da scoprire.»
© Foto Luigi Frassinelli
0 Commenti
Lascia il primo commento..