Giorgio ColettiL’azienda Coletti ha sede a San Vendemiano, in provincia di Treviso . Dal 1957 produce impianti di refrigerazione, macchinari per gelaterie e arredamenti. Abbiamo incontrato il suo fondatore, questa è la sua storia…

Com’è nata l’azienda Coletti?
«Ho iniziato a lavorare da giovanissimo, avevo 12anni, come garzone da un artigiano frigorista nella città di Vittorio Veneto. Ho lavorato per 10 anni, imparando il mestiere. All’età di 22 anni, con molto entusiasmo e con 2.500 lire in tasca, ho aperto la mia ditta, a Conegliano.  Era una piccola bottega, di una stanza, dove eseguivo le riparazioni di gruppi frigoriferi. Possedevo una bicicletta e le sole mie mani che mi garantivano il lavoro. Molto spesso, capitava di alzarmi all’alba e con il “mio mezzo attrezzato” con bombole di gas mi recavo a Sappada per eseguire interventi di riparazione, ai compressori con trazione a cinghia, in macellerie, bar gelaterie e pasticcerie.  In seguito chiesi un prestito di 500,000 lire per acquistare attrezzature e pezzi di ricambio.
Dopo alcuni anni di intenso lavoro e di sacrifici ho aperto una sede più ampia di 1.600 mq. dove continuavo con l’attività di frigorista. Passano gli anni,  si aggiungono altri capannoni al primo dove vado ad inserire un’officina per la costruzione di mantecatori e pastorizzatori e in seguito il reparto falagnameria per la realizzazione di arredamenti personalizzati per locali. Anche il personale specializzato aumentava con un team di progettisti e architetti, si aggiungevano reparti di: acciaisti, frigoristi, falegnami e montatori.»

Una volta c’era la salamoia?
«Agli inizi le gelaterie avevano i banchi con i pozzetti rotondi a salamoia, per il suo basso punto di congelamento intorno a −20°C, attrezzati con la macchina per produrre il gelato. Il lavoro era tutto più difficile e faticoso.
Per realizzare un banco di gelateria, dovevo preparare la miscela di salamoia sciogliendola ad una temperatura di 80°, impiegavo il cloruro di calcio in soluzione acquosa, e per far in modo che il motore attivasse il compressore dovevo bagnare dei sacchi per oltre 10 ore in modo di raffreddare il motore elettrico.
Bisognava stare molto attenti nel maneggiarla, perchè se veniva a contatto con l’acciaio lo rovinava e si doveva intervenire lucidandolo per portarlo allo stato iniziale. I banchi erano costruiti con le vasche in rame che contenevano la salamoia mentre le sorbettiere erano in rame stagnato.»

Poi sono arrivate le vetrine con il gelato a vista…
«Solo dopo gli anni ‘60 compaiono le prime vetrine refrigerate con le sorbettiere a vista. Hanno rivoluzionato il modo di esporre il gelato e contribuito a farlo vendere al consumatore.

Quali sono i vostri mercati di riferimento?
«Ho iniziato con i clienti vicini alla sede dove operavo, poi nel  ‘59 incominciai a realizzare i primi banchi in Olanda. Grazie al passaparola tra gelatieri, che rimanevano soddisfatti, l’azienda ha acquisito clienti in Germania e Austria.

Lei si considera un imprenditore di successo?
Io sono un frigorista, non mi sento un industriale, conosco dalla A alla Z la tecnica per costruire un impianto frigorifero. Conoscenza ed esperienza, questa è la forza della nostra azienda, connessa all’impiego dei migliori materiali nel rispetto dei tempi di consegna, sono il risultato di impianti e arredamenti duraturi nel tempo.»

Com’è cambiato il gelato artigianale?
«Una volta le gelaterie proponevano al massimo 8 gusti, oggi si possono trovare vetrine con la possibilità di scegliere tra 40 gusti. Questo può andare a scapito della qualità e della freschezza del prodotto. Anche se i macchinari e le attrezzature sono all’avanguardia, ci si può imbattere in un gelato di mediocre qualità confrontandolo con quello di una volta. A mio dire, il gelato artigianale deve utilizzare  prodotti naturali ed essere fatto in giornata, il consumatore deve mangiarlo sempre fresco. Il gelato più ben conservato e con tutti i suoi sapori inalterati lo troviamo nei banchi a pozzetto. Oggi c’è anche molta concorrenza e questo non lo deve sottovalutare chi vuole aprire una  nuova gelateria.»

© Foto Luigi Frassinelli