5 gennaio 2014 – Il Maestro Roberto Rinaldini è stato incoronato Pasticcere dell’Anno, a Brescia durante il XX Simposio dell’Accademia Maestri Pasticceri Italiani, vittoria che valorizza ancora una volta la sua professionalità da fuoriclasse dell’arte pasticcera in Italia e nel mondo
Ma come si diventa Pasticcere dell’Anno a soli 36 anni?
«Sono in assoluto il più giovane tra i pasticceri premiati negli ultimi vent’anni.
La cosa più bella è che ben 60 Maestri Pasticceri dell’Accademia mi hanno promosso. Una grande opportunità di livello mondiale mi è stata data con eventi come The Star of Chocolate, che è la novità del 2014, e poi The Star of Sugar, The Pastry Queen, che ho inventato io, e la seconda edizione del Campionato mondiale pasticceria juniores.
Con CastAlimenti poi ho realizzato il Pastry Camp che fa crescere nuove leve della pasticceria grazie anche ai colleghi pasticceri che insegnano e le valorizzano.
Pasticcere dell’anno a soli 36 anni si diventa con il grande lavoro, la fiducia in se stessi, il supporto della famiglia e una grinta che va oltre l’impensabile per superare i problemi di tutti i giorni.»
Un rapporto consolidato con Sigep, qual è l’insegnamento più importante appreso in questi anni di partecipazione?
«A Sigep, hanno creduto nei miei progetti e oggi condivido il riconoscimento con la project manager Giorgia Maioli, il direttore di business unit Patrizia Cecchi, e naturalmente con il presidente Lorenzo Cagnoni.
Gli eventi che abbiamo realizzato in questi anni hanno avuto un forte riconoscimento internazionale, grazie anche agli sponsor che li hanno sempre sostenuti. Ho imparato il lavoro di squadra: dal tecnico al magazziniere, dal capo reparto al capo produzione sino ai vertici, è uno spettacolo lavorare lì, dove le mie idee vengono tramutate in realtà. E ogni anno è meglio. Sigep è insomma una casa per me.»
Come si riesce a rimanere ad alti livelli nel proprio lavoro in questi periodi non facili?
«Il segreto è stare attenti ogni giorno ai costi, anche se penso non basti più.
Bisogna essere sempre più dei manager per fronteggiare spese ormai diffi cili da sopportare. Le materie prime costano di più, così il costo del lavoro… Il segreto sta anche nell’unione fra pasticceri, l’Accademia e in chi fa comunicazione.
E poi occorre perseguire la qualità, con la mediocrità è diffi cile andare avanti, essere seri nel lavoro, farlo con amore, un amore che fa superare le diffi coltà economiche e morali. Insomma non ci si improvvisa più.
La pasticceria è emozione, deve essere gioia ed è fondamentale che sia oltre che buona anche bella. Il dolce deve catturare dalle vetrine per la sua bellezza.
Mi chiamano lo stilista della pasticceria e i miei clienti comprano le torte Rinaldini anche per regalarle. La mia ultima collezione “Dessert in the city” si ispira alle otto città che più hanno infl uenzato il mio lavoro, e ai primi posti ci sono Milano, New York e Tokyo.»
0 Commenti
Lascia il primo commento..